Per il secondo anno consecutivo la Casa di Tela partecipò nella RAW come struttura, aprendo le sue porte al pubblico che voleva visitare l’originale progetto di pittura totale di Esteban Villalta Marzi, curato da Gianluca Marziani sotto la committenza della Obra Pia. Quest’anno come, come novità, nella sala adiacente ci allestì una retrospettiva dell’artista e delle sue opere degli anni ’80.
Il progetto, realizzato e inaugurato nel 2021, vuole essere la prolungazione dello studio dell’artista che abita al primo piano del civico 49, palazzo intervenuto artisticamente da lui nei luoghi comuni. Un invito a conoscere “La Casa” ogni stanza, ogni angolo, ogni spazio dove i pensieri, i desideri e i sogni hanno preso forma con una palette Pop, figurativa e concreta.
L’artista con una traiettoria di più di 50 anni nella pittura ed in occasione della RAW espose alcuni lavori appartenenti al ciclo Espressionismo Feroce. Non è stato scelto al caso. Quasi tutta la produzione di questo ciclo si svolse fuori dall’Italia dove l’artista fu ospitato da diverse istituzioni e paesi.
Questo ciclo ebbe inizio nei primi anni ‘80 quando EVM venne premiato per due anni di seguito con la borsa di studio del Museo Art et Historia di Ginevra dove dipinge come artista ospite negli spazi della prestigiosa Halle sud diretta da Renate Cornu avendo come compagni Jaume Plensa, Tom Carr, Tanino Liberatore, Frank Margerin… ed anche viaggia spesso a Parigi dove prese uno studio entrando in contatto con gli artisti del momento come Jean Charles Blais.
Sempre nello stesso periodo espone a Ginevra una personale presso la galleria Care – off ed inizia a lavorare con il gallerista Erik Frank che lo presenta alla fiera di Basilea. Subito dopo Ginevra vinse una borsa di studio alla Casa De Velazquez a Madrid, ed é in questo momento quando sotto il mandato del sindaco Tierno Galván comincia “la Movida madrileña” movimento che stravolse la società e la comunità artistica che accolse a Esteban e lo mimetizza nel loro movimento. Esteban fa parte di questo gruppo multidisciplinare ed eclettico con delle multiple personalità da Carlos Ceesepe, Ouka Lele, el Hortelano, las Costus, Sigfrido Martín Veguè, Fabio Mcnamara, Rossy di Palma, Pedro Almodóvar o Alberto García Alix. Un periodo di contaminazione e sinergie, proprio come lo spirito di questa casa che si prolungherà nel locale del civico 48 che diventerà un luogo di scambio culturale e artistico. Un luogo di accoglienza, di ricchezza.
L’immagine di questa mostra è un autoritratto del 85 dipinto a Ginevra. L’autoritratto facilita la costruzione dell’immagine di sé attraverso l’auto-rappresentazione, così come il riconoscimento dell’impatto dello sguardo degli altri in questo processo, infatti la variante latina della parola ritratto significa “far emergere”. È possibile che attraverso l’autoritratto si riesca a far emergere ciò che si ha dentro.
Questo è anche l’obiettivo di questa mostra, un invito a una conoscenza nell’universo dell’artista attraverso uno dei suoi cicli, periodi o istanze. In questo caso, Esteban con il suo “Autoritratto” ci invita a “uscire” per vedere oltre la rappresentazione del suo sguardo, oltre il suo mondo intimo, i suoi gesti e i suoi colori. Oltre l’astrazione e la metafora, alla ricerca di un Espressionismo… Feroce.
IDEA / TESTI: Patricia Pascual Pérez-Zamora.
ORGANIZZAZIONE E ARCHIVIO: Marta Castells Iniesta / Dosintres Cultura.
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